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È presentato nel catalogo « nero », con listino prezzi n. 6, datato gennaio 1951, il che lascia supporre che la produzione fosse già iniziata nel 1950.

Galleria binari versione 1

Secondo questo catalogo, risulterebbe disponibile solo in kit, con il ballast per la massicciata venduto a parte sciolto..

Numerazione del 1951:

Binario diritto:

25 TB : Taversine in fibra nera spessore 1 mm, da tagliare, strisce lunghe 60 cm.

27 RN : Binario in ottone nichelato, 100 cm.

27 MD : Massicciata in faesite, masonite o Isorel, fibra di legno compressa con superficie granulata da un lato e liscia dall’altro, spessore 5 mm e lunghezza 60 cm

Per il binario curvo:

Massicciata in faesite pretagliata, disponibile in diversi diametri, 1/8 del cerchio.

27 M 76 : Massicciata curva Ø 76 cm.

29 M 90 : Massicciata curva Ø 90 cm.

30 M 104 : Massicciata curva Ø 104 cm.

31 M 118 : Massicciata curva Ø 118 cm.

Era previsto che i binari venissero fissati sulla base in faesite, attraverso la fibra scura, attraverso chiodini a forma di ¬.

32 : Chiodini di ferro ossidato (puntine da disegno) in bustine da 10 grammi.

33 : Due punzoni in acciaio temprato per il fissaggio dei chiodini.

34 : Graffette per innesto rotaie

35 : Sagoma dello scartamento del binario

51 : scambio in ottone nichelato

Ecco un testo estratto dalla rivista Italmodel n. 2 del marzo 1951 che ci fa pensare che la produzione di binari venduti assemblati sia anche attuale:

La Ditta Pocher di Torino, ci ha inviato in esame alcuni articoli di sua produzione che troviamo costruiti con molta serietà d’intenti.

In particolare: vari elementi di binario a tre rotaie, .Montati su massicciata di faesite e traversine in materiale plastico. Robusti e ben riusciti, precisi, realistici. Molto apprezzabile il contatto elettro-meccanico che si ottiene fra tronco e tronco, mediante piastrine sagomate.

Degni di elogio il serbatoio sopraelevato, la colonna idraulica, i pali telegrafici, le colonne per illuminazione piazzali.

Ottimo il nuovo-tipo di segnale luminoso a due luci alimentato da corrente continua 3 volts; il che, se richiede apposito circuito, d’altronde ottenibile mediante presa intermedia al trasformatore o anche con una piccola- batteria di pile tascabili in parallelo, evita incidenti per corti circuiti, sempre possibili in un plastico, che causano la costosa sostituzione di lampedine.

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Dal listino prezzi e dal catalogo stesso, si direbbe che all’inizio del 1951 gli scambi non fossero ancora disponibili ma di fatto non è così in quanto disponiamo di esemplari di binari e scambi, già costruiti, con binario in ottone nichelato; abbiamo attribuito un codice fittizio allo scambio in versione 1, che come detto non è a listino. Si trattava comunque di una serie molto piccola. Non abbiamo ad aiutarci un listino prezzi n. 7 ma è ragionevole dedurre che si trattasse di un periodo di ricerca e di sperimentazione dei materiali, attraverso l’utilizzo di quanto già disponibile.

Galleria binari versione 1

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Traduzione di Claudio Gorio

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